Arcade Fire @ Forum di Assago, 17 Settembre 2022

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La strobosfera campeggiava sul soffitto del Forum di Assago pronta a riflettere le anime degli spettatori presenti al concerto.

Gli Arcade Fire sono saliti sul palco alle 21 e 10, con “l’occhio” della loro scenografia che si è acceso per mostrarsi a noi in tutta la sua profondità e come fosse  Sagittarius A per catturarci nella loro galassia.

L’incipit della serata, Age Of Anxiety, non è stato molto convincente, non tanto per la qualità del pezzo, quanto per l’audio non proprio al top ed un’atmosfera ingessata.

La prima scossa è arrivata con Neighborhood #1 da Funeral che proprio in questi giorni è diventato maggiorenne, ma il pezzo non ha ancora perso e mai perderà la sua innocenza e dirompenza che a distanza di diciotto anni ancora ci fa sognare.

Finalmente con Afterlife, un inno a godersi la vita e a prendere consapevolezza della nostra infinita finitezza prima che sia troppo tardi, il concerto ha preso il volo.

La band ha iniziato ad illuminarsi, la strobosfera era scintillante più che mai, ed i nostri occhi riflettevano le emozioni del momento. Qui e ora.

Reflektor, come se fosse stata un’atleta nel bel mezzo di una finale olimpica di staffetta che non voleva perdere l’occasione della vita, è partita a tutta forza con una carica danzereccia estremamente contagiosa.

La seconda parte di Age of Anxiety invece ha “rivelato” la vera mattatrice della serata: Régine; magnetica nella sua presenza scenica e con una voce che ci avrebbe fatto venire voglia di vederla cantare con Kate Bush.

Magnifica e imperiosa, come quando con When the Lightning comes ha introdotto la seconda metà di The Lightining.

Il pezzo, come per gli altri provenienti da WE, è stato ben accolto dal pubblico.

Poi, e scusatemi per la volgarità eventuale, la sigla più cool che un programma televisivo potesse avere, Rebellion, le cui note introduttive da sole valgono il prezzo del biglietto. Qui è salita in cattedra la violinista, Sara Neufeld punto fermo della band, a dispetto di Will Butler che ha lasciato la band; peccato ché Will in studio ma soprattutto dal vivo era un portento, ma questo è.

Con il suo sing-along la canzone è stata un momento atteso che non ha deluso le aspettative dei presenti.

Dopo Sprawl II ed una Everything Now di cui gli Abba ne sarebbero stati orgogliosi, è arrivato il momento dei bis; una scritta al neon targata “End of the Empire” campeggiava sul B  stage, dove la band vi ha preso posto per concludere nel migliore dei modi l’esibizione meneghina.

End of the Empire è un brano impossibile da dimenticare, che non ha nulla da invidiare a capolavori quali A day in the life e Paranoid Android, dei quali la suite di WE ne condivide rispettivamente il crescendo ed il produttore di quell’androide paranoico che nel 1997 ci fece capire come i computer non sempre siano ok.

Ogni spettatore ha accompagnato l’esecuzione del brano illuminando con il proprio smartphone il Forum ed il risultato è stato da brividi.

Infine la canzone che tutti aspettavano, quella capace di stregare David Bowie a tal punto di voler cantare e collaborare con la band canadese.

Wake Up è stata cantata da tutti a squarciagola, ognuno con il fiato che gli era rimasto per formare quel ohhhhohhh generale che solo a ripensarci mi viene la pelle d’oca.

Così, come un battito di ciglia il concerto è finito troppo presto, ma è stato un rito collettivo che ha celebrato la vita e il qui ed ora, con una luminosità tale che credo che la strobosfera sul soffitto del Forum stia ancora riflettendo la nostra gioia di averne fatto parte.