La musica può guarire, lo dice la scienza: 5 brani per il vostro benessere

Da sempre la musica ci accompagna nel nostro percorso di evoluzione e da sempre ognuno di noi gode della sua capacità ricreativa. È indiscusso che la musica agisce sulle emozioni, può farci provare tristezza, malinconia, gioia, felicità e persino paura o eccitazione. Ma oggi la scienza ha anche dimostrato che i suoni possono agire direttamente a livello biologico, ovvero sule nostre cellule, nello stesso modo in cui avviene con un medicinale. Questo accade perché il ritmo biologico del nostro corpo entra in risonanza con le vibrazioni e i ritmi prodotti dalla musica. Oggi in America la musica viene ufficialmente riconosciuta come metodo curativo, un ruolo che in Europa fatica ancora a conquistare, un valido intervento non farmacologico per le disabilità fisiche e psichiche, i deficit sensoriali, i disturbi della comunicazione e della sfera emotiva, le patologie geriatriche, le malattie oncologiche, le patologie cardiache e tanto altro.

Del potenziale terapeutico della musica ne parlavo già i filosofi dell’antica Grecia. Pitagora nel VI secolo a.C. immaginò un legame tra le scale musicali e le emozioni umane. Aristotele approfondì l’influenza della melodia sulla mente e sullo spirito, scoprendo come l’ascolto musicale modificasse l’attitudine cognitiva e l’umore degli ascoltatori. La considerò un elemento fondamentale nella crescita di un individuo nel proprio contesto personale e sociale; utile ai giovani per conoscersi, comprendere i propri stati d’animo, coltivare nuove qualità caratteriali ed essere felici. Al giorno d’oggi molti popoli usano la musica a scopi terapeutici, basta pensare ai mantra indiani e tibetani, ai canti di guarigione degli africani e dei nativi americani, ai suoni degli aborigeni australiani. Tutte queste culture attingono ad un sapere antico tramandato da secoli che attribuisce ai suoni la capacità di avere un’influenza sulla materia.

I recenti studi scientifici sugli effetti della musica sul nostro corpo e sul cervello sono sbalorditivi tanto da spingere alcuni ricercatori a parlare di guarigione con la musica. Il suo potere curativo è ormai ampiamente comprovato nella riabilitazione cognitiva e neurologica ma stupisce come stia trovando sempre più spazio in nuovi e disparati ambiti. Ciò che la scienza ha recentemente dimostrato è che la musica ristabilisce i ritmi organici fondamentali influenzando il sistema nervoso autonomo. Questo apporta grande beneficio al ritmo cardiorespiratorio, al sistema digestivo, ai muscoli in generale e al sistema immunitario. La musica nel trattamento del dolore è stata utilizzata sui soldati convalescenti della Grande Guerra ma anche negli studi dentistici per calmare i pazienti e oggi viene utilizzata durante le sedute di ipnosi o di rianimazione negli ospedali. Lo psicologo francese Stéphane Guétin ha sviluppato un programma dal nome Music Care, per offrire ai pazienti sessioni di intervento musicale personalizzate e per formare il personale sanitario all’uso di tecniche di musicoterapia. L’ascolto della musica è risultato anche più efficace dei farmaci da prescrizione nel ridurre l’ansia prima dell’intervento chirurgico.

Nel suo libro Fatti di Musica il neuroscienziato americano Daniel J. Levitin afferma: “Abbiamo trovato prove convincenti che gli interventi musicali possono svolgere un ruolo sanitario in contesti che vanno dalle sale operatorie alle cliniche familiari”. Molti studi evidenziano che ascoltare musica aumenta la produzione da parte del corpo dell’anticorpo immunoglobulina A e delle cellule natural killer che hanno la funzione di attaccare i virus invasori e potenziare l’efficacia del sistema immunitario. La musica riduce anche i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. “Questo è uno dei motivi per cui la musica è associata al relax”, afferma Levitin.

Uno studio recente dell’Università dell’Alberta ha dimostrato che la musica può aiutare a lenire i pazienti pediatrici del pronto soccorso. Nella ricerca con 42 bambini di età compresa tra 3 e 11 anni, i medici hanno scoperto che quelli che ascoltavano musica rilassante mentre veniva loro inserita una flebo riportavano un dolore significativamente inferiore, rispetto ai pazienti che non ascoltavano musica. “Ci sono prove scientifiche crescenti che dimostrano che il cervello risponde alla musica in modi molto specifici”, afferma Lisa Hartling, professoressa di pediatria all’Università dell’Alberta e autrice principale dello studio. “Riprodurre musica per bambini durante procedure mediche dolorose è un semplice intervento che può fare una grande differenza”.

In uno studio di Hong Kong, nei volontari che hanno ascoltato musica rilassante per 25 minuti al giorno, per quattro settimane, si è evidenziato un abbassamento della pressione sistolica di 12 punti e della diastolica di 5 punti, mentre un gruppo di controllo che non ascoltava musica non ha avuto variazioni della pressione sanguigna. È stato dimostrato che la musica rilassante ha effetti diversi sul cuore e sul corpo rispetto a qualcosa di più eccitante. Una strada della ricerca attuale in musicoterapia è vedere se suoni o tempi specifici influenzano il cuore indipendentemente dalle preferenze musicali dell’ascoltatore. Trovare una melodia rilassante che rallenti la frequenza cardiaca, riduca la pressione sanguigna e migliori il flusso sanguigno sia per gli appassionati di opera che per i fan del rock and roll renderebbe più facile utilizzare la musicoterapia.

Il potere curativo della vibrazione

Guidati da Lee Bartel, professore di musica all’Università di Toronto, diversi ricercatori stanno studiando come le vibrazioni sonore assorbite attraverso il corpo aiutino ad alleviare i sintomi del morbo di Parkinson, della fibromialgia e della depressione. Usando quella che viene definita terapia vibroacustica, producono suoni a bassa frequenza da applicare direttamente al corpo. Durante la terapia vibroacustica, il paziente si sdraia su un materassino o si siede su una sedia incorporata con altoparlanti. Questa tecnica si è rivelata molto valida nell’apportare miglioramenti nei sintomi dei pazienti malati di morbo Parkinson. Il gruppo di ricercatori sta lavorando sull’aritmia talamocorticale, un disorientamento dell’attività cerebrale ritmica che coinvolge il talamo e la corteccia esterna e che sembra avere un ruolo in diverse condizioni mediche tra cui il Parkinson, la fibromialgia e forse anche il morbo di Alzheimer. Si è dimostrato infatti come gli impulsi ritmici della musica possono guidare e stabilizzare questo disorientamento.

L’obiettivo di tutti questi studi è quello di sviluppare una musicoterapia dosabile e prescrivibile come protocolli medici utili a sostenere specifiche funzioni neurologiche.  Ma non è solo in ambito cognitivo e neurologico che l’uso della musica si è rivelata efficace, si sono ottenuti risultati incoraggianti anche nella cardiologia. Oggi infatti la musicoterapia è anche utilizzata per le persone sottoposte a un intervento cardiaco e per coloro che si stanno riprendendo da un infarto o hanno a che fare con un’insufficienza cardiaca o altre condizioni cardiovascolari.

È quello che succede ad esempio alla Mayo Clinic, negli Stati Uniti, dove per aiutare il processo di guarigione delle persone che hanno subito un intervento chirurgico al cuore si utilizza musica. Gli studi indicano che la musica aiuta ad alleviare il dolore e l’ansia e blocca i suoni che distraggono o disturbano l’ospedale.

Suzanne Hanser, che presiede il dipartimento di musicoterapia al Berklee College of Music di Boston afferma che la musicoterapia può essere molto utile come supporto nelle malattie cardiovascolari perché allevia lo stress, fornisce una efficace strategia di coping e conferisce una sensazione di controllo. In uno studio condotto in un ospedale comunitario dell’Ohio, Hanser e i suoi colleghi hanno scoperto che l’aggiunta della musicoterapia alla riabilitazione cardiaca standard ha portato a un migliore controllo della pressione sanguigna, insieme a una migliore salute generale e mentale, rispetto alla sola riabilitazione. Nel suo lavoro con altri pazienti cardiopatici, Hanser ha visto miglioramenti nel sonno, riduzioni dello stress e dell’ansia.

La cosa più bella di questa terapia è che non bisogna necessariamente rivolgersi a centri specializzati, l’ascolto della musica a scopo terapeutico può essere tranquillamente praticato per conto proprio. Basta crearsi una playlist di brani che semplicemente ci fanno sentire bene. Scegliere dei pezzi calmanti e rilassanti, così come alcuni stimolanti. Se vi sentite stressati sedetevi e ascoltate musica rilassante per circa 20 minuti. Se avete bisogno di qualcosa che risollevi il vostro umore mettete su pezzi stimolanti e energizzanti. Osservate come vi fa sentire la musica e abbandonatevi a quelle emozioni. L’obiettivo, affermano molti studiosi, è smettere di pensare alla musica come un trattamento e renderla una parte essenziale della vita di tutti i giorni.

Cinque brani selezionati per il vostro benessere

Per stimolare il rilassamento

Marconi Union - Weightless (Official Video)

Nella classifica dei brani più rilassanti in assoluto c’è Weightless del gruppo ambient inglese Marconi Union. Le sue frequenze, dicono le ricerche, assicurano una riduzione del livello di stress del 65 per cento e una riduzione della pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria del 35 per cento, tanto da riuscire in breve tempo ad indurre il sonno. Provare per credere!

Per sollevare l’umore

The Beach Boys - Good Vibrations

Diversi musicoterapeuti considerano questa canzone molto efficace per stimolare l’allegria, il processo creativo, l’espressione emotiva e la comunicazione. Si tratta di  Good Vibrations, dei Beach Boys. Ci sono voluti sei mesi di lavoro per produrre quella che Bryan Wilson, il bassista della band, ha definito una “piccola sinfonia tascabile”. Il brano fa parte del disco Pet Sounds uscito nel 1966.  Questo album grazie alle innovative tecniche di studio, le complesse strutture armoniche e ritmiche tratte dal jazz e dalla musica classica è considerato una gemma capace di cambiare il corso della musica pop moderna.

Per migliorare le funzioni cognitive

Mozart - Sonata for Two Pianos in D, K. 448 [complete]

Quando si parla di musica utile per il cervello non si può non citare Mozart. Sono ormai cos’ numerose le ricerche che dimostrano come la sua musica sia utile ad incentivare e preservare le capacità cognitive tanto da far parlare di Effetto Mozart. Uno dei brani del compositore austriaco più adatto allo scopo è la Sonata per due pianoforti in re maggiore, K. 448.

Per ridurre l’ansia

aria sulla quarta corda - Bach

Uno dei brani più utilizzati per lenire stati ansiosi è Aria sulla quarta corda di J.S. Bach. Questa musica è stata recentemente utilizzata per aiutare a superare l’ansia causata dalla pandemia COVID 19 presso il Music Psychology Center di Angeles City nelle Filippine. La maggior parte dei pazienti dichiara di aver avuto benefici psicologici.

Per superare i conflitti

Queen - We Will Rock You (Official Video)

We Will Rock You dei Queen è il brano più utilizzato in musicoterapia nel Regno Unito grazie al suo ritmo netto che tende a coinvolgere l’ascoltatore in maniera attiva. È molto utile a lenire i conflitti negli ambienti di gruppo, a sviluppare le abilità sociali e a sentirsi più forti insieme. Molti terapeuti inoltre considerano la decisa ritmica dei Queen utile per la riabilitazione del linguaggio e delle funzioni cognitive dopo un ictus o una lesione cerebrale.