Harrison Graham, il serial killer dalle personalità multiple

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Il caso di Harrison Graham è la storia di un assassino seriale dalla psicologia complessa, affetto da un disturbo decisamente particolare, testimonianza di come la mente possa essere imprevedibile e assumere diverse sfaccettature, scatenando una serie di eventi devastanti.

La casa degli orrori

9 Agosto 1987, Philadelphia. La polizia viene chiamata per effettuare il sopralluogo di un edificio del quartiere Cecil B. Moore, in quanto gli abitanti riferiscono di strani e forti odori provenienti da uno degli appartamenti. Sul posto arriva un ufficiale, che comincia la sua ispezione all’interno dell’alloggio che appare disabitato.

La dimora è in condizioni a dir poco terribili: sul pavimento sono ammucchiati una serie di vestiti sporchi e di feci essiccate. Sul muro ci sono dei disegni, tra cui uno che raffigura una donna nuda e una sequenza di parole che sembrano essere state scritte con il sangue. L’agente nota una porta chiusa su cui è scritto il nome “Marty”. Decide di chiamare rinforzi per forzare l’entrata nella stanza.

Arriva un altro poliziotto e insieme riescono ad aprire l’ingresso, trovandosi davanti a una scena terrificante. I cadaveri di due donne in stato di decomposizione. Appare chiaro che in quel luogo sono accaduti eventi agghiaccianti.

L’ispezione continua ed emerge un terzo corpo, di cui sono rimaste soltanto le ossa. Il proseguimento delle ricerche porta alla scoperta di altri quattro cadaveri, tutti in stato di decomposizione avanzata. Il conteggio dei corpi senza vita sale a sette, e con questo emerge anche il forte sospetto che in quella casa viva un serial killer.

Non ci vorrà molto prima di scoprire l’identità dell’inquilino dell’appartamento: Harrison Graham, ragazzo afroamericano di 27 anni che lavora come operaio edile. Fisico atletico, carattere pacato e affabile. Risulta essere scomparso e nessuno dei vicini sa dove si trova. Gli inquirenti si mettono subito sulle sue tracce.

Dopo giorni di ricerche, la Polizia riceve una chiamata. Sembra che il sospettato voglia consegnarsi spontaneamente. Viene fissato l’incontro in un vicolo della strada, dove Graham viene arrestato e portato via da una volante.

Dopo una serie di interrogatori in cui si dichiara innocente, alla fine confessa di aver ucciso sette donne, tutte tramite strangolamento.

Harrison Graham

Harrison Graham nasce il 9 Ottobre 1958. Vive una situazione familiare complicata che lo costringe fin da subito ad abituarsi alla vita di strada. Da giovane viene introdotto al mondo della prostituzione, diventando anche l’amante del suo magnaccia. Finisce presto nel tunnel della droga, prima facendone uso e in seguito cominciando anche a spacciarla. Questa situazione di degrado durò fino a che la madre decise di portarlo via dalla strada, condannando fortemente il suo stile di vita.

Entra nel mondo del lavoro e con il passare del tempo si guadagna una buona reputazione come operaio edile, sviluppando una notevole abilità in questo ruolo.

Nel 1979 va a vivere da solo nel quartiere Cecil B. Moore di Philadelphia. È in questo periodo che il richiamo delle vecchie abitudini comincia a farsi sentire: in poco tempo Harrison ricomincia a fare uso di sostanze stupefacenti. Negli anni seguenti trasformerà il suo appartamento in un luogo di spaccio dove le persone si recano per comprare e consumare droga. Un giro che prosegue per molti anni, prima che qualcosa nella testa di Graham scatti definitivamente.

Tra il 1986 e il 1987 ucciderà sette donne.

Secondo le sue dichiarazioni venivano attirate nella sua dimora per fare uso di sostanze. Dopo aver abusato entrambi di droga consumavano un rapporto sessuale e in seguito l’uomo strangolava la vittima.

Le successive indagini sulla sua condizione mentale porteranno alla luce un quadro rivelatore di alcune caratteristiche che hanno determinato la sua carriera omicida.

Le personalità multiple

Durante il processo viene assistito da uno psichiatra che riferisce come l’imputato soffra di psicosi, paranoia cronica e allucinazioni uditive.

Il suo avvocato, Joel Moldovsky, dichiara che Harrison Graham è affetto da un disturbo di personalità multipla. Nello specifico esistono tre personalità all’interno della sua testa che a turno prendono il comando delle sue azioni.

“Marty” un tuttofare fanatico della religione. Popolare tra i vicini, eterosessuale e molto affezionato alla madre.

“Junior” un bambino che se ne va in giro per il quartiere con il pupazzo di Cookie Monster, uno dei personaggi dei Muppet. Ha un legame molto forte con il fantoccio, ci conversa e non si stacca mai da lui.

“Frank” un tossicodipendente amante della strada. È omosessuale e nutre un odio profondo verso le donne. È questa la personalità che entrava in gioco e prendeva il sopravvento quando Harrison uccideva.

“Marty” e “Frank” erano spesso in contrasto, a causa dei diversi gusti sessuali e del diverso stile di vita.

Durante le udienze due testimoni che avevano convissuto con Graham confermarono di essere state aggredite e aver rischiato la morte. Una di esse dichiarò anche che Harrison parlava tutti i giorni con il fantoccio di Cookie Monster.

La sentenza

Alla fine del processo l’imputato viene condannato alla pena di morte, prima però dovrà scontare il carcere a vita, il che significa che passerà il resto della sua esistenza in prigione senza l’esecuzione capitale.

Dopo che il giudice si espresse Graham chiese di poter riavere indietro il suo pupazzo.

Attualmente si trova rinchiuso in Pennysilvania. Da quello che viene riferito sembra che in galera si comporti bene e non abbia atteggiamenti violenti. Negli anni di prigione ha sviluppato una forte fede religiosa ed è diventato pastore.

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Fonti:

murderpedia.org – Harrison Graham
brianna’s blog – SERIAL KILLER #6: HARRISON GRAHAM AKA MARTY
psychologytoday.com – Cookie Monster and the Serial Killer