Quattro consigli per combattere la tristezza

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Secondo il dizionario italiano, la tristezza è “una condizione che provoca o ispira dolore.” Il fatto che sia strettamente collegata al dolore è significativo, perché è quello che ci spinge a cercare di liberarcene il prima possibile: allo stesso modo in cui il dolore fisico viene percepito come una anomalia della vita normale, il dolore interiore viene visto per istinto come una presenza erronea, magari causata da qualcosa di sbagliato che abbiamo fatto o da un’ingiustizia subita, e dunque siamo propensi a fare di tutto perché vada via. Questo anche per un altra ragione, di natura psicologica: l’intensità di un sentimento negativo come la tristezza viene sentita molto più di un sentimento positivo di pari intensità ed ha un impatto psicologico maggiore (solitamente più del doppio).

Eppure, come ogni emozione umana, la tristezza ha un’utilità ben precisa. In particolare, la tristezza e la malinconia sono due reazioni emotive che servono a reagire a una situazione di dispiacere inaspettato e sono importanti perché ci costringono a chiuderci temporaneamente in noi stessi: con questo semplice meccanismo la nostra mente si pone in auto-osservazione e distoglie le proprie energie dall’azione, proprio perché agire in preda a condizioni emotive di tristezza potrebbe portarci a prendere decisioni errate o affrettate. La nostra struttura psicologica riconosce il turbamento, sa che in queste condizioni non è ideale fare scelte o compiere azioni e dunque si pone in un momento di attesa forzata, atta a elaborare le ragioni del turbamento prima di passare nuovamente alla vita attiva.

Ciononostante, è importante non lasciare che la tristezza diventi estrema: la capacità più importante dell’essere umano è quella di saper tenere il controllo delle proprie emozioni, riconoscendole e mantenendole a livelli che non pregiudichino il nostro equilibrio. È dunque scorretto soffocare la tristezza sul nascere, ma è altrettanto pericoloso lasciarla a briglie sciolte e permetterle di inghiottire le nostre energie.

La gestione bilanciata delle nostre emozioni e il controllo di sé per agire in modo efficace sono tra gli obiettivi personali più richiesti nell’ambito del life coaching. In quanto esperto di gestione emotiva e orientamento all’azione, il life coach è tra i professionisti più indicati ad aiutare chi è propenso a lasciarsi andare alla tristezza. Per un aiuto pratico e dedicato alle situazioni personali specifiche, il suggerimento è quello di rivolgersi a un life coach professionista.

Qui sotto, invece, vi offriamo quattro suggerimenti di validità generale su come gestire la tristezza e la sua propensione a diventare estrema:

  • Accetta la sua presenza: la tristezza è un importante segnale che la nostra mente ci sta dando e non va inibito troppo frettolosamente. Quando siamo tristi, la nostra struttura psicologica ci sta spingendo a prenderci una pausa e affrontare la radice del turbamento. Cognitivamente, affrontare il disagio è la chiave per tornare a vincere e sentirsi in grado di farcela. Inoltre, percepire la tristezza è cosa del tutto naturale (al contrario, i soggetti che non sono in grado di provare tristezza rientrano in realtà tra le patologie psicologiche) e non deve spaventarci. È quasi sempre una condizione momentanea che non causa effetti permanenti e dalla quale ci si risolleva in maniera naturale. Non avere paura della tristezza è la prima tappa per affrontarla in modo efficace.
  • Evita la solitudine: la tristezza è un sentimento auto-alimentato. Essere tristi ci porta a focalizzarci sulla causa scatenante, a rimuginare sulla radice del nostro turbamento, e più ci concentriamo su di esso più si rischia di alimentare la tristezza stessa. È opportuno dunque spezzare il circolo e distrarci. Il modo migliore per combattere la tristezza è in compagnia degli altri, soprattutto di persone a cui vogliamo bene. E questo è esattamente ciò che tendiamo a non fare quando siamo tristi, proprio perché sentiamo di non essere in forma e non abbiamo alcuna voglia di mostrarci agli altri in quelle condizioni. Cedere alla voglia di solitudine però è tendenzialmente sbagliato e quel che occorre è semplicemente uno sforzo iniziale: combattiamo la voglia di chiuderci soli in casa e forziamoci a parlare con qualcuno. Dopo le resistenze iniziali, scopriremo molto presto che una compagnia è il miglior rimedio contro la tristezza. Si può sempre tornare a ragionare sulle cause scatenanti successivamente.
  • Cambia prospettiva: se siamo tristi, spesso è perché sentiamo di star subendo una situazione che non meritiamo, magari per un eccesso di sfortuna, un’ingiustizia subita o un mancato ritorno da cose o persone nelle quali abbiamo investito tanto. La tristezza però ci porta a vedere le cose solo dal nostro personale punto di vista. Una strategia efficace contro la malinconia, sebbene spesso parecchio difficile da attuare, è quella del cosiddetto “reinquadramento cognitivo”: si tratta di osservare le cause della nostra tristezza da un punto di vista differente, meno legato agli effetti avuti su di noi. Si può usare compassione per i comportamenti altrui, o una maggiore razionalità, si può provare a identificare delle possibili ragioni che hanno spinto gli altri (o la vita stessa) a darci quel che ci sta facendo star male. Solitamente il vortice della tristezza ci porta a rimuginare su un pensiero e lasciare che esso ne partorisca altri ancora più tristi, in un’escalation che va interrotta il prima possibile. Se siamo in grado di riconoscere l’inizio dell’escalation, possiamo provare a distaccarci per un momento dal pensiero triste, analizzarlo in maniera meno emotiva e razionalizzarlo. Un metodo efficace ad esempio è metterlo per iscritto: spesso nel farlo, ci rendiamo conto da soli dell’effetto eccessivo che sta avendo su di noi.
  • Dedicati a qualcosa che ti fa star bene: il metodo più immediato per combattere la tristezza è quello di concentrarci su qualcosa che ci dia immediata soddisfazione. Ciò può significare concederci uno dei nostri piaceri preferiti, come il buon cibo, il gioco, la musica, persino il sesso. Oppure dedicarci a un’attività che ci distragga e stimoli le nostre capacità, come lo sport per gli individui attivi. O ancora, ci si può dedicare ai cosiddetti “facili trionfi”: attività semplici che con sforzo limitato ci conducono a un piacere facile da raggiungere, come ad esempio riordinare casa, fare un puzzle o cucinare. Alimentare la soddisfazione e l’orgoglio personale è il modo migliore di prepararsi a superare il momento di sconforto.

Queste sono le quattro strategie principali per combattere la tristezza in via generale. Ovviamente ogni caso e ogni situazione fa storia a sé, e per questo può essere utile rivolgersi a uno specialista per i casi in cui la tristezza sta prendendo il sopravvento nelle nostre vite, come uno psicologo, un buon life coach o un counselor.

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