Il Mostro di Roma: il serial killer che sconvolse la capitale negli anni ’20

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Quella del Mostro di Roma è una storia che fa gelare il sangue. Una vicenda che ha insanguinato le cronache della capitale negli anni ’20 e che ha visto protagonista un sadico violentatore e omicida di bambini.

31 Marzo 1924. Emma Giacobini, una bambina di 4 anni, è insieme alla madre ai giardini di Piazza Cavour. La bambina sta giocando ma ad un certo punto la madre la perde di vista. Comincia così una ricerca, e passate due ore, Emma viene ritrovata a Monte Mario, ancora in vita ma con segni di violenza fisica sul corpo. Si tratta dell’inizio di un incubo che terrorizzerà la città per i tre anni successivi.

4 Giugno 1924. In Via del Gonfalone, scompare un’altra bambina di quattro anni, Bianca Carlieri. La mattina dopo viene ritrovato il suo cadavere vicino alla basilica di San Paolo. La vittima era stata strozzata e violentata sessualmente.

Da questo momento in poi ci si renderà conto di essere davanti ad un personaggio molto pericoloso, e comincia così una ricerca su tutto il territorio.

Il 25 Novembre il maniaco torna a colpire, rapendo Rosina Pelli, di quattro anni. Il giorno dopo viene ritrovato il suo cadavere a Monte Mario, anche in questo caso sono presenti segni di violenza sessuale.

Il 31 Maggio del 1925 viene ritrovato un altro corpo nei pressi del Tevere: si tratta di Elisa Berni, 6 anni, che era scomparsa il giorno prima. Stesso modus operandi : strangolamento e violenza carnale.

Nel frattempo continua la caccia all’uomo mentre la città è in preda al panico, nella speranza di individuare il responsabile dei delitti. Gli identikit lo descrivono come un uomo alto, sui cinquant’anni, con i baffi e ben vestito.

Il 26 Agosto 1925 viene rapita Celeste Tagliaferri, bambina di 1 anno e mezzo. Qualche ora dopo viene rintracciata, ancora in vita, sulla Via Tuscolana. Purtroppo però riporta una ferita al ventre che gli sarà fatale, facendola morire poco dopo.

12 Febbraio 1926. Elvira Coletti viene adescata da un uomo nelle vicinanze di casa, ma riesce comunque a scappare in tempo e ad avvisare le autorità.

12 Marzo 1927. Armanda Leonardi viene rapita dentro la sua casa. Il giorno dopo viene ritrovata senza vita, anche in questo caso violentata e strangolata.

Proprio dopo quest’ultimo evento sembra affacciarsi una pista concreta agli inquirenti.

Gino Girolimoni

Una bambina di 13 anni che lavorava come cameriera informa il padrone di casa di un uomo che sembra corteggiarla in maniera insistente. Il padrone attese così che l’uomo in questione si rifacesse vivo e ne annotò il numero di targa, per segnalarlo alle autorità.

Si risale così a Gino Girolimoni, fotografo di 38 anni.

Nonostante l’assenza di prove concrete, Girolimoni viene incarcerato e sottoposto a duri interrogatori da parte degli inquirenti, con l’accusa di essere il Mostro di Roma. Gli viene anche attribuito l’omicidio di una bambina a Padova nel 1919.

L’8 Marzo 1928, dopo un anno di carcere, Gino Girolimoni viene scarcerato per non aver commesso il fatto, venne infatti dimostrato in sede processuale il fatto che le testimonianze incriminanti risultarono contraddittorie e prive di fondamento. Ne uscirà comunque devastato e la sua vita ne risentirà particolarmente. Cambiò città e lavoro, dedicandosi ad alcune attività manuali, fino a che morì nel 1961, in mezzo alla povertà e con la reputazione ormai distrutta.

Ralph Lyonel Bryges

Durante la carcerazione di Girolimoni, il commissario Giuseppe Dosi ottenne la riapertura del caso, arrivando ad individuare un potenziale responsabile.

Si trattava del reverendo Ralph Lyonel Bryges, un pastore protestante inglese che sembrava avere dei precedenti di molestie sessuali su minori. Dosi si concentrò sulla sua figura, in particolare su degli indizi ritrovati vicino ai corpi di due cadaveri: un asciugamano con le iniziali R.L vicino al corpo di Rosina Pelli, e dei pezzi di un catalogo di libri inglesi vicino al cadavere di Elsa Berni.

Brydges lasciò però l’Italia e da quel momento in poi non fu più possibile fare ulteriori accertamenti sulla sua figura, portando con se il dubbio se si trattasse del Mostro di Roma o meno.

Ancora oggi il caso rimane un mistero. Chi si è macchiato di quegli orrendi delitti? Chi era il sadico serial killer che ha terrorizzato la città per tre anni?

Quello che è certo è che questa triste storia ci ha consegnato la morte di cinque innocenti bambine, a cui si aggiunge la reputazione di un uomo totalmente distrutta, Gino Girolimoni, rimasto impresso nell’immaginario pubblico come “Il Mostro di Roma”, appellativo che ha condizionato il resto della sua vita.

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