Ansia senza motivo: come capire cosa ci preoccupa

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L’ansia è un sentimento molto comune nei tempi moderni, e spesso raggiunge livelli tali da richiedere un’azione che ne riduca l’intensità. In alcuni casi la soluzione può essere medica, ma nella maggior parte di noi l’ansia può essere gestita tramite il giusto quantitativo di lavoro interiore. In questo articolo abbiamo affrontato cos’è l’ansia, perché arriva e quali sono i metodi più efficaci per gestirla, e la prima cosa che abbiamo imparato è che tutto diventa più facile quando si è identificato con precisione il problema che ci preoccupa.

E se in realtà non siamo consapevoli di cosa ci preoccupi? Anche questa è una situazione che accade spesso. Ci ritroviamo in momenti soli con noi stessi, magari la notte prima di addormentarci, e ci accorgiamo di avere una sensazione d’ansia a volte anche potente, senza sapere cosa ce la stia procurando. È una cosa più comune di quel che si pensi, e la buona notizia è che esistono diversi metodi per “tirare fuori” da noi stessi i contenuti che non siamo riusciti ancora ad identificare.

Perché non sappiamo cosa ci turba?

La nostra psiche può essere una parte di noi difficile da gestire ed entrarci dentro richiede spesso capacità superiori a quell normali, ma è anche la sede delle nostre emozioni più fragili e sensibili, e in quanto tale ha dei meccanismi di difesa tutti suoi. Uno di questi è appunto il negare espressione esplicita ai contenuti inconsci che possono causare sofferenza.

Nella struttura psichica teorizzata da Sigmund Freud, esistono dentro di noi due entità psichiche distinte, l’Es e il Super-io, con due ruoli ben precisi. L’Es è la sede dei nostri contenuti inconsci, quelli più delicati, allo stato grezzo, non ancora elaborati e potenzialmente capaci di turbarci. Quei contenuti fanno parte di noi, derivano dalla nostra struttura mentale e non possiamo eliminarli. Non dovremmo, tra l’altro, perché all’interno di questi contenuti ci sono anche tutte le emozioni che siamo in grado di provare.

Essendo questi contenuti potenzialmente molto potenti e in gradi di destabilizzarci, o indurci a comportamenti socialmente poco accettabili, abbiamo nella nostra testa un’entità separata che li tiene costantemente a bada. È il Super-io, la nostra parte vigile e razionale, frutto di tutti i costrutti sociali, educativi, etici che hanno formato il nostro carattere. Il Super-io ha la missione costante di evitare che i contenuti dell’Es si esprimano senza controllo. Quel che fa è provare a cambiargli forma, ridirigerli in direzioni diverse, censurarne gli aspetti più incontrollati e – quando è necessario – reprimerli per intero.

Quando qualcosa ci turba e non riusciamo a identificare cos’è, è perché il nostro Super-io gli sta impedendo di arrivare alla nostra coscienza, per paura che non siamo in grado di gestirla a dovere. Ci sta semplicemente difendendo. Ovviamente non significa che il problema non esista: è lì dentro di noi e troverà comunque un modo per venire in superficie, tramite sintomi che lo mascherano. Come l’ansia, appunto. è per questo che il primo passo per gestire le proprie ansie è identificare il contenuto che la sta provocando. Può essere una nostra emozione, una preoccupazione per qualcosa che sta per succedere o potrebbe succedere, un senso di colpa per qualcosa che abbiamo fatto, una sensazione di impazienza per qualcosa che vuoi velocizzare.

Una volta identificato il problema, si può passare a gestire esso e l’ansia che genera attraverso le tecniche dell’articolo qui sotto.

Ma per prima cosa, occorre identificare il contenuto inconscio che non riesce a trovare espressione. Vediamo come.

Come capire cosa ci turba?

Esistono diverse tecniche per tirare fuori dal nostro inconscio i contenuti che non riusciamo a identificare. Arriviamoci punto per punto, a partire dallo stato mentale in cui essere perché esse funzionino.

Essere onesti e fiduciosi in se stessi

Se quel contenuto non è ancora emerso in maniera facile, è perché una parte di noi non crede che siamo in grado di gestirlo. Occorre dunque ricordare a se stessi di essere orgogliosi di noi, della nostra capacità di superare ogni difficoltà. Bisogna alimentare la nostra autostima, ricordandosi delle nostre qualità. E poi, non bisogna avere paura di quel che scopriremo in questo percorso di identificazione delle nostre preoccupazioni. Potrebbe anche essere qualcosa che non vogliamo accettare in noi stessi, o da cui vorremmo distrogliere lo sguardo. Ma qualsiasi cosa sia, bisogna convincersi che affrontarla è meglio che reprimerla. Se la reprimiamo, ci darà filo da torcere comunque tramite sintomi e comportamenti fuori controllo, che non sapremo gestire. Affrontare se stessi è sempre meglio.

Parlare con qualcuno

Sembra un consiglio banale, ma nella sua semplicità è importantissimo. Perché essere soli nella anlisi di se stessi è sempre più difficile, proprio per il nostro stesso grado di coinvolgimento. Mentre nel momento in cui parliamo con qualcuno, riusciamo a rielaborare i nostri pensieri in modo da permettere all’altro di notare cose che a noi sono nascoste.

La persona giusta è ovviamente qualcuno in grado di capirti. Un grande amico, un confidente, un parente stretto, qualcuno con cui si ha una grande affinità. Ovviamente in questo rientra anche la possibilità di parlare con un terapista o un life coach, che fanno questo in maniera professionale e possono dare consigli utili e spunti per capirsi.

Fare journaling

Il journaling è una pratica utilissima per tirare fuori a parole quel che risiede nel nostro inconscio. Si tratta di mettersi di fronte a una pagina bianca, sgombrare la mente, poi iniziare a scrivere, seguendo un tema guida iniziale oppure semplicemente andando a ruota libera. Il segreto è scrivere senza fermarsi, senza filtri, senza pensare troppo. Deve diventare un flusso di coscienza in cui lasciamo andare liberi i nostri pensieri e li descriviamo a parole. E se per un attimo i nostri pensieri si bloccano, non smettiamo comunque mai di scrivere, a costo di riempire la pagina di “non so cosa scrivere in questo momento, non so cosa scrivere in questo momento…”

Alla fine, possiamo star certi che dentro quel che abbiamo scritto ci saranno spunti importanti per capire quali sono le cose più importanti che si agitano nel nostro inconscio. Se ripetuta con costanza e senza paura, questo metodo è fondamentale per conoscersi, soprattutto in quelle parti di noi che tendiamo a negare.

Analizzare i propri sogni

Freud ce lo insegna: il sogno è la dimensione in cui tutti i contenuti inconsci emergono nella maniera più libera. Solo che emergono sotto forma di simboli difficili da interpretare, proprio per l’effetto del Super-io che ne maschera i contenuti e le forme più potenti. Conoscendo però le tecniche usate dalla nostra mente per trasformare i contenuti in simboli, si può arrivare a scoprire il contenuto inespresso che si nasconde dietro a ogni nostro sogno.

Quella di interpretare i sogni è una capacità che pochi hanno. Sicuramente ogni psicologo o terapeuta dovrebbe essere in grado di farlo, quindi il metodo più semplice è raccontarli a loro e farci aiutare a capirne il significato (la cosa migliore è scriverli appena svegli, perché tendono a essere dimenticati con esterma facilità durante la veglia). Se invece si ha un pizzico di determinazione, passione per la scoperta e piacere nell’aiutarsi da soli, una lettura seria de L’interpretazione dei Sogni di Freud è sicuramente qualcosa che ci farà crescere enormemente.

Meditazione e mindfulness

Se non ci sentiamo mentalmente pronti per affrontare il nostro inconscio, le pratiche di meditazione e mindfulness possono venirci in aiuto. Esistono innumerevoli percorsi e filosofie a riguardo, ma la maggior parte riconducono alla capacità di essere coscienti di se stessi. E si può fare anche nella comodità di casa propria: si crea un ambiente rilassato, si chiudono gli occhi, ci si concentra sul proprio respiro e si osservano tutti i pensieri che emergono in maniera naturale, come se li stessimo osservando dall’esterno. Li lasciamo emergere, li accogliamo e li identifichiamo.

Affrontare le cose che nascondiamo persino a noi stessi può essere difficile, ma è la strada maestra per realizzarsi come persone ed amarsi. Perché qualsiasi sia la cosa che scopriremo, non cambierà il fatto che siamo delle persone di cui essere orgogliosi e che meritano di essere amate. Per primi da noi stessi.

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