Zaireeka: l’esperimento psichedelico dei Flaming Lips

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Tra i tanti esperimenti psichedelici della storia dei Flaming Lips c’è Zaireeka. Il titolo è una fusione che include le parole “Zaire” (paese scelto per essere simbolo di anarchia) ed “Eureka” (espressione di gioia che significa letteralmente “ho trovato” e che si dice quando si ha un’idea).

Un’opera incredibile che diventa arte nella sua concezione, nella sua realizzazione e anche nell’ascolto. Parliamo, infatti, di un disco fatto per essere ascoltato da 4 impianti contemporaneamente. Ognuno dei 4 dischi contiene le stesse composizioni ma su ciascuno sono registrate tracce diverse dello stesso brano. Presi singolarmente, infatti, i quattro cd sono quasi inascoltabili, dato che alternano tracce contenenti la sola sezione ritmica, la voce, oppure interventi orchestrali interrotti da lunghissimi tempi morti.

Per cogliere nel suo complesso la composizione, viene pertanto richiesta la riproduzione simultanea dei 4 supporti, un’impresa a cui ci si può avvicinare ma che è impossibile da raggiungere tecnicamente in modo assoluto e pertanto ogni singola riproduzione del disco risulta irripetibile, contenendo al suo interno distanze fra gli strumenti che non si possono replicare due volte allo stesso modo. Un progetto che rende unica ogni riproduzione e che costringe ogni stereo coinvolto a diventare uno strumento del disco e non il canale (idealmente neutro) di trasmissione.

Zaireeka: la musica come creazione e condivisione

Il grande Phil Spector nelle sue sperimentazioni si è focalizzato all’equalizzazione che doveva avere ogni strumento in modo che la canzone fosse al massimo della potenza in uscita dagli altoparlanti, John Cage si è indirizzato alla ricerca dei suoni e dei rumori più disparati perché ha sempre ritenuto che suoni diversi, provenienti da punti diversi, sarebbero stati in grado di modellare al meglio quella che definiva la “scultura sonora”. Tra questi grandi sperimentatori rientrano i Flaming Lips che con questa opera, per certi aspetti, vanno anche oltre segnando una tappa indelebile nella storia della musica.

La difficoltà tecnica e organizzativa di organizzare la riproduzione e l’ascolto porta necessariamente la gente a riunirsi per mettere in scena la propria unica e sentita rappresentazione di Zaireeka. La musica diventa così arte e creazione e soprattutto condivisione. La lotta contro la solitudine e l’isolamento, d’altronde, è uno degli scopi perenni della musica. Il merito di Zaireeka, di là da ogni altra considerazione, è proprio questo. Non a caso si sono organizzati dei veri e propri listening party per cogliere l’arte espressa dalle diverse tracce nel suo complesso. Zaireeka è un esperimento e una meditazione su cos’è la musica, un disco spaziale, tridimensionale, capace di fare arte; un’opera concettuale prima che musicale, che rende gli ascoltatori compositori oltre che fruitori della musica.

Quando i 4 cd girano insieme quella che si crea è pura magia. La versione “corretta” di A Machine In India, che siamo riuscito a organizzare e presentarvi nel video che trovate in questo articolo, è splendida. Parte con il più placido folk acustico e sfocia in un muro di archi, costellato di note di chitarra svogliate e oscurate da ronzii.

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