Zodiac e il Mostro di Firenze sono la stessa persona?

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È una storia ai limiti dell’incredibile, soprattutto visto che Zodiac, il celebre serial killer americano che avrebbe commesso 37 omicidi tra gli anni ’60 e i ’70, non è mai stato catturato. Ma è quanto emerso qualche tempo fa, tramite nuovi risvolti accaduti all’interno delle indagini in Italia, che a quanto pare provengono direttamente dalla bocca dello stesso serial killer: la vecchia teoria che vorrebbe i due serial killer coincidere nella stessa persona sarebbe così confermata dal killer stesso, che non vuole costituirsi ma che pare confermare la sua costante spinta a far parlare di sé.

D’altronde Zodiac non ha mai nascosto la volontà di diventare famoso, ad ogni costo. Negli anni degli omicidi negli Stati Uniti (dal 1968 al 1974), l’assassino invierà molte lettere criptiche al San Francisco Chronicle, con enigmi che puntavano a rivelare la propria identità (se risolti) e un punteggio che amava assegnarsi e aggiornare a ogni lettera: nell’ultima busta inviata al giornale il 29 Gennaio 1974 si vantava di avere un vantagio di 37 a 0 contro la polizia di San Francisco. Tutte le lettere venivano firmate con un cerchio attraversato da una croce. Famoso alla fine lo diventerà, grazie al film Zodiac del 2007, diretto da David Fincher.

Gli omicidi del Mostro di Firenze, invece, iniziarono a essere visti come una serie interconnessa proprio intorno al 1974: 14 persone moriranno da quell’anno in poi. La coincidenza delle date a questo punto fa pensare che dopo l’ultimo omicidio di Zodiac negli Stati Uniti, il killer si sia trasferito in Italia. Anche nel caso del “maniaco delle coppiette” il vero assassino non sarà mai trovato (Pietro Pacciani verrà condannato e poi scagionato nel ’96). Durante gli anni dimostra però di essere un individuo scaltro e in grado di coprire perfettamente le sue tracce dopo ogni omicidio, aspetto che presto convincerà gli inquirenti che l’identità non poteva coincidere con un vecchio contadino.

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L’ultima lettera di Zodiac nel 1974

Le rivelazioni recenti hanno offerto una nuova pista interpretativa e hanno in realtà origine in estate 2017: un giornalista di cui non si sa l’identità è entrato in contatto con un personaggio che era finito citato più volte nelle carte processuali dell’indagine sul Mostro di Firenze: “Ulisse”, l’individuo nero a cui farà riferimento dal carcere Mario Vanni, il postino incarcerato per quei delitti, in un’intercettazione poi mai ripetuta. In quell’intercettazione Vanni dirà in maniera inequivocabile che l’assassino è un ex-funzionario nero americano con conoscenze radicate in Italia (aveva fatto il soldato qui), che lui stesso ha incontrato nei boschi toscani ai tempi dei delitti, senza però ripetere quella dichiarazione in una testimonianza ufficiale. Il misterioso giornalista ha però avuto una serie di conversazioni con “Ulisse”, durate fino a Settembre 2017, in cui avrebbe ricevuto prove inoppugnabili che confermerebbero la sua identità come Zodiac e Mostro di Firenze: sarà lo stesso Ulisse a guidare il giornalista alla risoluzione degli enigmi che furono inviati negli anni ’70 a nome Zodiac, e la soluzione degli enigmi sembrano puntare proprio al suo nome.

Le coincidenze sarebbero troppe per non nascondere una sconvolgente verità: la data di nascita coincide, le date dei delitti pure, e Ulisse avrebbe anche confermato di esser stato in alcuni dei luoghi dei delitti americani proprio quando quei delitti avevano luogo. Portato con cautela dal giornalista all’evidenza che lui era entrambi i killer, evidenza che a quel punto poteva essere chiara anche alle forze dell’ordine, Ulisse non avrebbe negato: “I miei colleghi sapevano”, dirà riferendosi ai membri del Criminal Investigation Detachment a cui anche alcune lettere di Zodiac facevano riferimento. Quando il giornalista gli suggerisce di costituirsi, Ulisse sembra quasi acconsentire e chiedere come fare, ma la cosa non si verificherà mai. “Non mi sono mai costituito per non mettere nei guai gli altri”. Quelli che sapevano.

Il reporter avrebbe dunque consegnato l’intero fascicolo di scoperte ai Carabinieri, che stanno ancora lavorando per ottenere conferme ufficiali. Lo stesso documento è stato condiviso con la stampa nei giorni scorsi, con la rivista Tempi che ne ha fatto un lungo ed esaustivo racconto-inchiesta in tre parti. Si aspettano adesso dichiarazioni ufficiali dalle forze dell’ordine, che probabilmente non tarderanno ad arrivare.

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