James Gandolfini, l’ultimo dei grandi: dietro l’empatia di Tony Soprano

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Il 19 giugno 2013, in una calda estate capitolina, ci lasciava il grande James Gandolfini, meglio conosciuto come Tony Soprano, il Boss della malavita del New Jersey nella serie omonima considerata ormai una delle migliori di tutti i tempi.

Nel corso degli anni tra le più svariate serie televisive trasmesse, I Soprano è una delle pochissime (insieme a Twin Peaks e Lost, n.d.r.) che meritano attenzione. La serie culto degli anni ’90 narra delle vicende di alcune famiglie mafiose, dei loro interessi e intrecci, con al centro lo sviluppo economico/emotivo di una in particolare, quella dei Soprano e del loro capofamiglia Anthony. Al di là dei contenuti che, come premesso, sono di retaggio delinquenziale e molto spesso violento, ciò che rende questa serie “LA serie” è la grande prova d’attore di James Gandolfini e tutta l’architettura della sceneggiatura concepita da David Chase.

I Soprano - 2x11 - il ritorno di Tony

Basterebbe parlare della struttura della storia e di come viene raccontata. Nulla durante tutti gli anni di programmazione è stato lasciato al caso, dai riferimenti biografici dei singoli personaggi e le loro relative evoluzioni alle citazioni di scene memorabili di molti film, in particolare i gangster movie. In tal senso i richiami al maestro Scorsese sono numerosi: il concept di Tony Soprano è su modello Henry Hill, sia per la poca inclinazione alla legge sia per profilo estetico e caratteriale “vestaglia e giornale”, proprio come Ray Liotta in Quei Bravi Ragazzi.

Sul meraviglioso citazionismo di Chase si potrebbe aprire un archivio infinito, che comprende non solo Martin Scorsese ma proprio la storia della società e le abitudini verso i quali i protagonisti, Tony Soprano in particolare, dimostrano indolenza e irrequietezza. Nella scrittura non vi sono quasi mai tematiche “ruffiane” o politicamente corrette, mentre la regia sceglie scene di vita “normale” e personaggi che si confrontano con problematiche comuni, sequenze che poi si alternano a momenti di estrema azione e intensità, ma mai secondo gli schemi ordinari e probabilmente commerciali dell’idea base di “serie televisiva”.

I Soprano - Tony Soprano parla degli italo americani

Succede però che gli anni passano, con loro le stagioni, e succede una cosa, un meccanismo raro ultimamente nel cinema: quello di provare un sentimento di affezione o empatia nei confronti di un attore o del suo personaggio. Questo processo probabilmente è sempre più raro poiché forse non vi sono più i Marlon Brando, gli Al Pacino, i Robert De Niro alla recitazione come i Kubrick, Fellini, Coppola o Bergman alla macchina da presa. È cosi difficile ipotizzare un “dopo” quando si parla di giganti e di opere perfette, è difficile persino concepire un’alternativa agli stessi. James Gandolfini, con le sue straordinarie qualità attoriali, le sue interpretazioni memorabili, supera il prototipo di attore non più interpretando bensì divenendo: è cosi riuscito per intensità e talento assoluti a divenire familiare, una persona che si conosce, verso la quale non vi sono costruzioni, comportamentali formali o distanze, bensi registri confidenziali.

Nei Soprano, Tony ha continui attacchi di panico, cerca l’approvazione di una madre severa e anaffettiva, si impegna nel crescere con amore e sani principi i propri figli. È pur sempre un boss con il suo dark side, e questo stride moltissimo con morale ed etica. Ma pur disapprovando chiaramente questo stile di vita, si può cogliere la verità di una recitazione emozionante sempre, e il profilo umano di una persona che affronta problematiche comuni, tutto questo attraverso una grande attitudine alla recitazione. I modi bruschi, lo slang biascicante del Jersey e il suo sorriso che si frappone alla sua mole lo hanno reso un’icona amabile e intima.

I Soprano - made in america - "ti ricordi Cosa Nostra?"

The Mexican e Enough Said le altre sue interpretazioni nelle quali si può percepire tutta la sua complessa interiorià e la misura della sua grandezza. Ma James Gandolfini è per (quasi) tutti Tony Soprano. E in fondo è giusto così.

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