Fabio Rovazzi feat. Gianni Morandi, il nuovo video e l’efficace svolta autoironica

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È ovvio (e Rovazzi lo sa) che se un giovane rapper chiacchierato pubblica un singolo con una vecchia volpe come Gianni Morandi, ti tocca vederlo per capire cosa sta succedendo. Ed è anche questa piccola sfumatura che rende efficace il messaggio, proprio perché è chiaro che arriverà a coloro ai quali è rivolto: vale a dire tutti quelli che “odiano” Rovazzi, perché (come dice il solito istrionico Maccio Capatonda in fin di vita all’inizio del video) “hai fatto successo, e ora ti tocca fare un featuring con l’unica persona al mondo che non è odiabile: Gianni Morandi“. E via dunque di rapimento, con tanto di sequestro della moglie Anna, ricatto e tanta autoironia reciproca per una canzone che si diverte a prendere in giro sé stessa. Il video è qui sotto.

E chissà, magari con quel “la gente ti odia” Rovazzi poteva anche riferirsi a noi, che a inizio anno avevamo pubblicato quell’articolo un po’ polemico che voleva spiegare a Saviano perché Rovazzi è musicalmente -sorry- indifendibile. Con la differenza che quell’articolo parlava del Rovazzi di Andiamo a Comandare, che è cosa molto diversa. E a noi di Aural Crave, che Rovazzi non lo odiamo di certo e men che meno partoriamo sensazioni spiacevoli per il successo di un giovane rapper, in realtà oggi ha fatto molto piacere vedere la svolta stilistica di questo Rovazzi. Anzi, si potrebbe dire che questa canzone ha dato ragione a chi criticava (senza odio) lo stile e l’atteggiamento musicale di qualche tempo fa.

Perché nel dare lo schiaffo agli haters della prima ora con un saggio uso di intelligenza e autoironia, Rovazzi pubblica un brano che finalmente non è una tamarrata trash da spiaggia: è un singolo pop col ritornello facile, le basi elettroniche giovani e il riffetto insolente. Onesto, insomma. Pure con un piglio che può funzionare all’estero. In fondo quel che il pop giovane è giusto faccia, senza ambire al capolavoro che metta d’accordo tutti ma puntando ad accalappiare la natura fertile di chi ama canticchiare una canzone dopo averla ascoltata in radio.

Il risultato è che ora, d’improvviso, spunta da ogni parte gente che condivide con piacere il singolo, vantandone pure la genialità comunicativa. E hanno ragione. Questo Rovazzi riesce a mettere d’accordo quasi tutti, e il merito è di un atteggiamento differente verso il pubblico (niente spacconate ma tutto preso molto più alla leggera) e di una canzone che fa il suo legittimo lavoro senza mortificare la musica. E se a tutto questo ci siamo arrivati tramite un anno di polemiche e critiche, beh, siam contenti che sia successo. Con un pizzico di fortuna la gente odierà un po’ meno Rovazzi, le sue canzoni verranno ascoltate e recepite con più calore, sia il pubblico che l’artista saranno contenti e pure noi, che avevamo partecipato alla critica del trash-Rovazzi evidenziandone aspetti più stilistici, ci convinceremo di aver contribuito al raggiungimento di qualcosa di migliore in musica. È Natale, insomma. Auguri e cento di questi singoli a Rovazzi. Se la direzione è allontanarsi da quello altezza primavera 2016, che il successo lo baci ogni giorno a indicargli la giusta via.

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