Se Apple Music mette mano alla vostra musica: una storia moderna

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È diventato virale in questi giorni, all’estero, un articolo pubblicato sul blog Vellum Atlanta da parte di un utente Apple Music, parecchio contrariato da quanto accaduto alla propria collezione musicale digitale dopo aver sottoscritto al servizio di streaming Apple. Con toni a tratti aggressivi, descrivendo il comportamento di Apple in termini orwelliani, l’autore ha spiegato che, dopo aver aperto la sottoscrizione mensile ad Apple Music, un giorno si è visto scomparire metà del suo archivio di file musicali (oltre 120 GB). L’archivio includeva anche composizioni originali create da lui stesso, e l’unico modo per recuperarle alla fine è stato ricorrere a un backup privato che aveva eseguito qualche settimana prima. L’articolo è stato condiviso in maniera massiva da mezzo mondo, inclusi alcuni artisti e addetti ai lavori, scatenando il panico tra gli utenti Apple.

La faccenda è parecchio intricata. A provare a far chiarezza ci ha pensato il forum di supporto iMore.com, e nonostante i loro sforzi la faccenda resta comunque oscura. Ciò che accade è che, quando si attiva Apple Music sul dispositivo principale, avviene una sincronizzazione tra i file locali e quelli della libreria centrale Apple. Se l’algoritmo trova un match, collega virtualmente il file alla canzone già presente nell’archivio centrale. Se il match non è trovato, Apple provvede automaticamente a caricare il file locale sul cosiddetto “cloud“, ossia nei server centrali, accessibili da ogni dispositivo dell’utente. Il processo di sincronizzazione permette successivamente di ascoltare i contenuti multimediali negli altri dispositivi Apple connessi al cloud. Questo dà origine a due tipi di problematiche differenti:

  1. I server centrali contengono solo canzoni in formato compresso (AAC). Per cui, se da cultori della qualità del suono avevate sul vostro mac un file wav ad alta definizione, il processo di upload disperderà la qualità del suono originale. Quando lo ascolterete su un altro dispositivo, o quando avrete bisogno di scaricare di nuovo dai server centrali la copia del vostro file, la qualità del suono originale sarà perduta.
  2. L’algoritmo di matching non è infallibile. È possibile che sul vostro mac ci sia una versione particolare di una determinata canzone (un remix, una versione unplugged…) e per errore venga associata alla versione base della canzone. Oppure magari avevate impostato i metadata dei vostri file in maniera autonoma e il processo di sincronizzazione, se trova il match, visualizzerà i file in questione con le descrizioni originali Apple, facendo “sparire” la denominazione originale del vostro file.

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A tutto ciò, si aggiunge il problema vero, quello dell’eliminazione dei file. L’autore del post originale lamenta che i file sarebbero spariti da un giorno all’altro, senza che il sistema operativo abbia chiesto conferma. Non è chiaro se Apple abbia dei meccanismi di rimozione automatica dei file locali sincronizzati su Cloud in caso di scarso spazio su disco (il forum non è a conoscenza di tale meccanismo, e Apple stessa non è intervenuta a rassicurare in tal merito), ma ciò che può sicuramente accadere è che l’utente, sicuro di avere sempre una copia dei propri file su cloud, decida di eliminare manualmente le copie locali, convinto di poterle riscaricare in qualsiasi momento dai server centrali. Facendo così, il file originale è comunque perduto, e la versione online potrebbe essere diversa da quella che avevate all’inizio, sia perché magari l’algoritmo l’aveva associata a una versione diversa, sia per la perdita della qualità originale che dicevamo prima.

È un problema che ormai ci riguarda tutti: l’arrivo della filosofia cloud sulla fruizione digitale domestica ci sta portando in una direzione in cui i contenuti saranno portati online, e problemi di sincronizzazione come quelli qui esposti potrebbero accadere sempre più spesso. La soluzione, al momento, fondamentalmente non c’è e il consiglio dello stesso forum di supporto è di effettuare sempre un backup dei file, prima di avviare la sincronizzazione automatica di Apple Music. In caso qualcosa vada storto, pare che l’unica alternativa sia ricorrere al supporto Apple nel tentativo di ripristinare l’archivio locale originario, cosa che ovviamente diventa parecchio più complicata.

L’utente dell’articolo originale faceva un esempio azzeccato: se Netflix ha Taxi Driver nel suo catalogo e io mi iscrivo a Netflix, lui non viene a rubarmi il DVD di Taxi Driver dai miei scaffali. Apple, a quanto pare, ha fatto qualcosa di molto simile, trasportato sul piano dei contenuti digitali proprietari, anche se presumiamo tutto parta da un errore dell’algoritmo di matching o dell’uso specifico del servizio da parte dell’utente. Un po’ di attenzione però non guasta, vista la macchinosità del funzionamento di iTunes. Soprattutto se il vostro archivio contiene materiale di vostra proprietà esclusiva che non volete condividere o disperdere nel web. Un po’ quello che è successo qualche tempo fa per gli iCloud leaks delle foto di celebrità nude. Somiglia vagamente alla trama del film Sex Tape, film di qualche anno fa in cui l’oggetto del contendere era un video intimo amatoriale girato dalla coppia protagonista. Con la differenza che non è finzione, nella vita reale possono succedere cose molto simili. Che siate produttori musicali o semplici fruitori di musica digitale, fate attenzione.

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